Premessa
L’analisi socio-economica del territorio e l’attenta osservazione dell’evoluzione nel tempo di alcuni eventi ed aspetti riguardanti la base economica e l’organizzazione urbana, ci forniscono l’attuale visione dello “stato di salute” della Città di Castellammare di Stabia su cui potere, o meglio, dovere intervenire per creare le migliori prospettive di crescita di medio-lungo periodo.
L’economia, così come quella di molteplici realtà territoriali, vive una situazione di estrema fragilità non essendo ancora in grado di produrre valore e risorse sufficienti per mantenere e valorizzare le opportunità che il territorio cittadino offre e per superare i limiti e i condizionamenti che frenano lo sviluppo locale.
Per quanto concerne il sistema produttivo, si è evidenziato: il progressivo declino dell’industria tradizionale (cantieristica e metalmeccanica); la difficoltà di avvio di un nuovo modello di sviluppo capace di affiancare quello basato sull’industria pesante; la scarsa integrazione tra sistemi locali di sviluppo; la marcata difficoltà nell’accesso ai mercati nazionali ed internazionali che ha generato una sempre più crescente e, a prima vista inarrestabile, disoccupazione giovanile – e femminile – di lunga durata.
La risorsa turismo risulta essere sottoutilizzata innanzitutto per scarsa capacità di innovazione, per l’insufficiente gestione e promozione del sistema e delle risorse del patrimonio ambientale, termale e storico-culturale, che oggi versa in un diffuso stato di degrado ed abbandono; si rischia così di soccombere nella competizione con altre aree in grado di adattarsi alla nuova domanda turistica.
Sul piano ambientale sussistono inoltre situazioni di emergenza dal punto di vista del dissesto idrogeologico e dell’inquinamento dovuto essenzialmente alla presenza del Fiume Sarno. Per quanto concerne, poi, gli aspetti più squisitamente urbani è da sottolineare un consumo di territorio notevole, una radicata presenza di fenomeni di abusivismo edilizio, l’esistenza di contenitori ed aree industriali dismesse che aspettano di essere bonificate e riqualificate, un intollerabile stato di abbandono e decadimento del centro storico, delle periferie e delle aree boschive nella zona alta della città.
Sono queste solo alcune delle macro criticità che attanagliano ed opprimono la crescita del territorio stabiese, senza voler dimenticare le annose ed irrisolte quotidiane problematiche che infastidiscono ed irretiscono la cittadinanza che, ormai da tempo, ha perso ogni fiducia nel ruolo istituzionale dell’Ente e dei suoi stessi rappresentanti.
Le analisi di contesto che ne scaturiscono delineano per la Città una situazione complessa che, in estrema sintesi, può dirsi caratterizzata da scarsa coesione tra le componenti attive del sistema città e da una mancanza di obiettivi comuni, tanto da caratterizzarla come una città passiva, anziché creativa, tendente alla disaggregazione, che sciupa e non valorizza le sue risorse economiche, culturali e sociali. Costruire un Piano della Città per la Città intorno al quale, con la partecipazione di tutti gli attori, siano essi Enti o Imprese, Istituzioni culturali o Associazioni di categoria, Professionisti o Cittadini, far rinascere attività, progetti, azioni diventa il nostro obiettivo primario per il raggiungimento di quel radicato ed auspicato concetto di innalzare la qualità del vivere cittadino.
In linea con tale considerazione si dovrà giungere alla redazione di un piano esecutivo, un vero e proprio piano pluriennale di interventi, che prospetti attività per il raggiungimento di obiettivi sociali, culturali, economici, integrati tra loro per il fine ultimo di una migliore vivibilità.
Le donne e gli uomini che si riuniscono attorno a questo progetto politico lo fanno per dare un contributo serio all’inversione di marcia rispetto a tutto ciò che ha portato a questo stato di collasso civico; le donne e gli uomini che intendono far parte della nuova classe dirigente cittadina dichiarano già da ora di rinunziare a qualsiasi benefit e/o emolumento che fino ad oggi ha avvicinato i mestieranti della politica ad essa stessa!
Mai più privilegi: chi si avvicina oggi al nostro progetto politico lo fa per pura dedizione civica, lo fa per contribuire al miglioramento della vita quotidiana dei nostri figli, dei nostri nipoti.
Ci si propone, quindi, di svolgere nuove e più ampie funzioni rispetto al passato attraverso l’utilizzo di modalità esecutive sempre più orientate alla governance dei processi, ovvero alla governabilità delle decisioni e delle azioni.
L’Amministrazione non può più, dunque, limitarsi ad essere semplice fornitrice di servizi alla cittadinanza, ma si deve proporre come soggetto attivo nella produzione della qualità ambientale e culturale, della coesione sociale, della sostenibilità economica del progetto complessivo del futuro del territorio.
Lo scenario di competitività e coesione che si prospetta richiede la forte consapevolezza della necessità di intraprendere politiche contro il declino e comunque legate allo sviluppo in un contesto di innovazione dei processi decisionali, di valutazione permanente degli effetti, di concertazione delle scelte e co-pianificazione delle azioni.
Si intende, pertanto, avviare una nuova fase programmatica fondata su più robusti presupposti di collaborazione e cooperazione e su un più ampio coinvolgimento degli “attori” locali in una logica di partenariato pubblico privato.
La consapevolezza della necessità di uno scenario strategico per l’indirizzo dei processi di riqualificazione e rigenerazione urbana, in verità, aveva già spinto, nel passato, l’Ente Comune ad avviare un processo di messa a punto metodologica per la produzione di un Documento di Orientamento Strategico (Dos) e di un piano operativo degli interventi per la riqualificazione, la rigenerazione, lo sviluppo e la promozione della città con valore di orientamento ed indirizzo.
Pur tuttavia, quanto programmato non ha trovato pratica attuazione: oltre che per contingenti motivi di carattere politico conseguenti all’avvicendarsi di amministrazioni che non hanno saputo dare il necessario impulso né coordinare la definizione almeno di quei programmi avviati, ma anche, a nostro parere, per la incapacità dimostrata al coinvolgimento della cittadinanza alle iniziative pubbliche.
Per definire il disegno politico dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio periodo, nonché predisporre ulteriori proposte di linee strategiche per lo sviluppo della città e del limitrofo territorio di riferimento volte alla convergenza locale, a scala di area vasta, di politiche delle opere pubbliche, della mobilità, dell’urbanistica, dei servizi sociali per il welfare, di sostegno all’occupazione, dell’ambiente, della casa, si intende avviare un programma impostato su 5 “linee-guida essenziali” da intendersi quali “grandi aree strategiche di intervento”. Su questi cinque assi strategici si articolano e raccordano tutti gli obiettivi sia generali sia specifici da raggiungere nonché le misure di attuazione da adottare per il raggiungimento degli obiettivi.
- La buona amministrazione, la cultura della legalità
- Servizi alla persona
- Attività produttive, polo termale
- Diritto alla casa
- Sviluppo urbanistico, programmazione, valorizzazione del territorio e turismo
Alla luce di quanto esposto è fermo intendimento della futura Amministrazione Comunale avviare un processo capace di agire contemporaneamente sull’intera città individuando le necessarie strategie (locali e sovralocali), attivando le relative politiche urbane, redigendo progetti esecutivi di riqualificazione, rigenerazione e di sviluppo, individuando le conseguenti regole che consentano l’attuazione delle strategie e dei progetti, nella certezza delle decisioni, dei tempi e delle procedure più efficaci.
In sintesi l’insieme di tali azioni, nonché le analisi e le considerazioni che le hanno generate, mirano a definire il disegno politico dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio periodo, nonché predisporre ulteriori proposte di linee strategiche per lo sviluppo della città e del limitrofo territorio di riferimento.